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Facebook, Twitter e Google: invito della Commissione europea ad una maggiore tutela dei consumatori

  • Immagine del redattore: Studio legale Potenza & Partners
    Studio legale Potenza & Partners
  • 31 mar 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

I grandi social media fanno ormai parte della nostra vita di tutti i giorni: in base ai dati forniti nella relazione annuale Global Digital 2018 della “We Are Social” è possibile contare ben 448 milioni di utenti attivi sui social in tutta Europa (+ 8% rispetto alla rilevazione dello scorso anno).

Si tratta di strumenti utili che possono semplificarci la vita, ma siamo sicuri che operino nel pieno rispetto dei nostri diritti?

Lentamente ed inesorabilmente, i tre big dei social network (Facebook, Twitter e Google+) hanno infranto le frontiere del commercio elettronico di beni e servizi. L’entrata in gioco di questi nuovi strumenti “ibridi” per l’e-commerce potrebbe avere dei risvolti positivi, a patto che le piattaforme decidano di assumersi maggiori responsabilità in termini di tutela dei consumatori.

La Commissione europea ha chiesto alle grandi piattaforme social il rispetto di alcuni diritti inderogabili spettanti ai consumatori e riconosciuti a livello europeo come, ad esempio, il diritto di recesso.

Tra i traguardi da (ri)conquistare nel mondo dei social anche la possibilità, per il consumatore, di poter agire giudizialmente nei confronti di un social network avvalendosi del c.d. “foro del consumatore” e di veder applicate al contratto concluso le norme del Paese in cui abitualmente risiede e la certezza che tali operatori si assumano le stesse responsabilità degli altri fornitori di servizi offline.

Sembra, però, che adeguarsi a quanto prescritto dall’Ue non sia certo una priorità di queste aziende: in seguito alle modifiche contrattuali richieste dalla Commissione europea nel marzo del 2017, solamente oggi si possono osservare i primi, piccoli risultati.

Non si tratta certo di una vittoria su tutta la linea, soprattutto se consideriamo che, differentemente da Google, Facebook e Twitter hanno deciso di adeguarsi solo parzialmente.

Un tema che divide i tre big dei social è quello della procedura di “notifica e azione” per permettere alle Autorità preposte alla tutela dei consumatori di richiedere ed ottenere l’oscuramento di contenuti commerciali illegali quali abbonamenti-trappola, pubblicità ingannevoli o attività di trading non autorizzate.

Mentre Google+ ha istituito un protocollo ben strutturato, Facebook e Twitter si sono limitati a fornire un indirizzo di posta elettronica specifico per la notifica delle violazioni. Un sistema ancora poco articolato con tempistiche e risultati incerti.

La Commissione non sembra essere disposta a scendere a compromessi e tramite la Commissaria europea per la giustizia, i consumatori e la parità di genere, Vĕra Jourová, fa sapere che “Le norme UE a tutela dei consumatori devono essere rispettate e le società che non lo fanno devono essere soggette a sanzioni”.


 
 
 
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